Il periodo normanno

Il periodo normanno è certamente il periodo storico più fulgido e più carico di testimonianze per la diocesi di Nicastro. Provenienti dalla Scandinavia e Duchi di Normandia, i Normanni, gli “uomini del nord” abili guerrieri discendenti dei Vichinghi, arrivarono nel meridione italiano nel 1018.

Introdussero il sistema feudale e seppero governare con grande tolleranza le varie culture e le popolazioni che conquistarono, facilitandone la fusione, cosa che si protrasse anche nella successiva epoca sveva.

A testimoniare questa convivenza tra civiltà sta il prezioso cofanetto d’avorio conservato presso il Museo Diocesano e proveniente dalla Cattedrale di Martirano Antico. Risalente al XII secolo, è un raro reperto documentale, in terra calabra, dei rapporti intercorsi tra cristiani ed arabi nell'età normanno-sveva, rapporti che diedero vita a produzioni artistiche d'alto livello e contribuirono alla formazione storica del popolo calabrese.

E’ questo il periodo di Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo, ovvero l’astuto, “maestoso di volto, di statura alta, largo di spalle, perfetto di forme, di chioma e barba fulve, d’occhi vivaci e penetranti: pronto e scaltro d’ingegno, ambizioso oltre misura, maturo nei consigli, provvido nelle imprese, ardimentoso ed esperto nelle cose di guerra, rigoroso e prudente nel governo civile”, così lo descrive Anna Comnena, la principessa bizantina che è stata una delle prime donne storiografe conosciute.

Con la conquista normanna (1056) comincia il processo di latinizzazione del territorio, cioè l’abbandono del rito greco per seguire quello latino. Questo processo fu reso possibile dal fatto che i monasteri ortodossi furono occupati dai monaci benedettini.

Ed in questo processo Roberto ebbe un ruolo di fondamentale importanza perché fece costruire a questo fine un’imponente abbazia che divenne il centro più rilevante dell’intero meridione: l’abbazia di Sant’Eufemia.